Cos’è l’incontinenza urinaria post prostatectomia
L’incontinenza urinaria post prostatectomia è una delle complicanze più comuni dopo l’intervento chirurgico di asportazione della prostata (per tumore o ipertrofia).
Si manifesta come perdita involontaria di urina, soprattutto durante sforzi fisici, colpi di tosse o cambi di posizione. Questa condizione è chiamata incontinenza urinaria da stress.
Questa condizione, sebbene spesso temporanea, può avere un impatto significativo sulla qualità di vita, generando disagio, isolamento e riduzione dell’autostima.

Perché si verifica l’incontinenza dopo prostatectomia
Durante la prostatectomia radicale, i muscoli e i nervi che controllano la continenza urinaria possono subire:
• Lesioni o stiramenti delle strutture sfinteriche
• Indebolimento del pavimento pelvico
• Alterazioni neuromuscolari del controllo vescicale
Il risultato è una ridotta capacità di chiusura dell’uretra e difficoltà nel trattenere l’urina.
La buona notizia è che, nella maggior parte dei casi, è una condizione reversibile con un adeguato percorso riabilitativo di fisioterapia del pavimento pelvico.
Tipologie di incontinenza dopo prostatectomia radicale
• Incontinenza da sforzo → perdita di urina durante tosse, starnuto o attività fisica.
• Incontinenza da urgenza → necessità impellente e improvvisa di urinare.
• Incontinenza mista → combinazione dei due tipi precedenti.
Il fisioterapista specializzato valuta la tipologia di incontinenza per definire il protocollo riabilitativo più adatto.
Il ruolo della riabilitazione del pavimento pelvico
La riabilitazione del pavimento pelvico è il trattamento di prima scelta per recuperare il controllo urinario dopo l’intervento.
Si basa su esercizi mirati per rinforzare i muscoli perineali, ripristinare la coordinazione tra pavimento pelvico e diaframma, e migliorare la percezione corporea.
Gli obiettivi della riabilitazione del pavimento pelvico sono:
- Recuperare la continenza urinaria
- Ridurre le perdite e la frequenza minzionale
- Migliorare la qualità del sonno e della vita quotidiana
- Ridurre la necessità di ausili (pannolini o assorbenti)
- Favorire il ritorno alla vita sessuale e sociale
Come si svolge un percorso di riabilitazione post prostatectomia
Dopo la valutazione iniziale, il fisioterapista elabora un programma personalizzato di riabilitazione del pavimento pelvico che può includere:
1. Esercizi di rinforzo del pavimento pelvico (Kegel)
Allenamento mirato dei muscoli sfinterici e perineali per migliorare la chiusura uretrale.
2. Biofeedback e elettrostimolazione
Tecniche che aiutano il paziente a percepire e controllare la contrazione muscolare in modo preciso ed efficace.
3. Rieducazione respiratoria e addominale
Coordinazione tra respirazione diaframmatica e contrazione pelvica per ottimizzare la funzione urinaria.
4. Terapia comportamentale
Educazione a corrette abitudini minzionali, idratazione e gestione dello sforzo fisico quotidiano.
Tempi di recupero e risultati attesi
Il percorso riabilitativo del pavimento pelvico dovrebbe iniziare già poche settimane dopo l’intervento, previa autorizzazione del chirurgo urologo.
Con costanza e supervisione, la maggior parte dei pazienti riacquista la continenza entro 3–6 mesi.
Nei casi più complessi, un lavoro efficace di fisioterapia del pavimento pelvico consente comunque di ridurre significativamente le perdite e migliorare la qualità di vita.
Affidarsi a un fisioterapista esperto in riabilitazione del pavimento pelvico maschile è fondamentale per ottenere risultati efficaci e sicuri.
Un percorso personalizzato, basato su valutazione funzionale e monitoraggio dei progressi, consente un recupero ottimale e una migliore gestione della sfera psicofisica del paziente.
Conclusione
L’incontinenza urinaria dopo prostatectomia è una sfida comune ma affrontabile.
La riabilitazione del pavimento pelvico rappresenta oggi la terapia più efficace per recuperare il controllo urinario, ridurre il disagio e tornare a vivere con serenità.
L’intervento precoce e costante è la chiave per un recupero completo e duraturo.